1) Tempi rapidi di finanziamento della formazione. Se le imprese hanno bisogno di adeguare le professionalità interne in vista di una nuova commessa o di progetti di espansione su nuovi mercati, non possono permettersi i lunghi tempi di attesa delle fonti di finanziamento pubbliche.
2) Piena aderenza tra esigenze delle imprese, sviluppo delle competenze dei lavoratori e attività formative.
3) Estrema attualità della formazione. Il Fondo, continuamente in contatto con i diversi territori e tutti i settori produttivi, recepisce in tempo reale le esigenze emergenti del mercato e le traduce in iniziative di finanziamento della formazione che soddisfano i nuovi fabbisogni, agendo anche da fattore di conoscenza e di stimolo alla crescita delle imprese.
Ogni attività formativa deve avere il consenso delle rappresentanze imprenditoriali e sindacali, a livello aziendale, territoriale o categoriale. Questo dà la massima garanzia di adeguatezza della formazione ai fabbisogni di competenze sul lavoro. Inoltre, rende possibile l’emersione dei nuovi fabbisogni (spesso non presenti nell’offerta formativa) e la partecipazione delle Pmi ai processi di formazione che ne garantiscono rinnovamento e competitività. Un tratto particolarmente importante per il tessuto produttivo italiano, composto per oltre il 99% da Pmi.
L’azienda quindi ha le professionalità aggiornate tempestivamente – fattori indispensabili nella concorrenza globale – e il lavoratore ha nuove competenze che lo rendono più appetibile sul mercato del lavoro e la sicurezza di lavorare in un’azienda che sta consolidando le sue posizioni. Il tutto in un circuito autoalimentato che fa progredire il sistema formazione-lavoro-produzione senza pesare sulla collettività.